Le Quattro Candele

lunedì 1 dicembre 2008

Iniziamo l’Avvento, un altro ancora, dopo tutti i precedenti. Siamo davanti quindi ad un altro Natale, che ci porterà a celebrare il mistero di un Dio che nasce in mezzo agli uomini. Inaudito!
Mai vista una cosa simile. E noi, da duemila anni, continuiamo a vivere questo momento con la festa, con il clima di gioia che pervade l’anima, e che dovrebbe condurre l’umanità a incontrarsi con il suo Dio.
Purtroppo già il fatto di dover usare il condizionale, dimostra quanto questa stupenda intenzione di Dio, sia stata bistrattata e impoverita.
La chiesa ha voluto ‘rincorrere’ questo tempo attraverso un piccolo gesto simbolico che può aiutarci a camminare incontro al Signore, attraverso quattro candele inserite in una corona di rami.
Quattro luci che segnano il passo guidati dalla sapienza di Isaia, e con i Vangeli che ci invitano alla vigilanza, alla conversione con la figura del Battista, la nascita di Gesù secondo il Prologo di Giovanni, e l’annuncio a Maria.
All’inizio poi di questo tempo ci viene presentata un’altra importante figura della nostra fede: l’Immacolata, la Vergine Maria, che come Madre premurosa si pone innanzi a noi, per guidarci verso quelle strade che lei conosce bene e vive da tempo immemorabile prima di noi.
Anche noi accenderemo quindi le quattro candele una per domenica durante la S. Messa, che illumineranno la nostra fede, domenica dopo domenica.
Da qualche anno circolano anche alcune storielle su queste candele di Avvento, alcune belle e significative, altre troppo commerciali, che tentano di motivare questi segni in altro modo. Tuttavia ritengo che non ci siano altri modi per raffigurarci il cammino cristiano.
Perché in fondo è proprio questo che vivremo, un cammino in attesa di Qualcuno che un giorno ritornerà, e non nella fede celebrata, ma nella realtà umana, per prendere possesso del suo Regno.
Tale attesa non sortisce più grande effetto, perché vediamo come attorno a noi, non ci sia questa attesa, anzi pare addirittura che siano pochi quelli che credono al ritorno di questo Dio nella sua gloria.
Il richiamo è fortissimo, per chiunque voglia credere, e abbia l’audacia di tentare la strada di una fede che porta a credere anche ciò che non si vede.
Forse è proprio tale presenza-assenza a permettere una strada alternativa che ha messo definitivamente da parte il Dio bambino, il fatto cioè che non si possa vedere, che non ci siano prove tangibili della sua presenza, ma solo Parole scritte e annunciate, che oggi vanno ad aggiungersi alle miriadi di parole, insulse e artificiose, che non danno vita, ma la tolgono.
Auguro dunque a me e a voi, un Avvento di vera attesa, capace di riconoscere la Vera Parola in grado di farci esultare di gioia, di donarci quella pace del cuore, di scatenare la gioia del donare, ma in grado soprattutto di dare nuova forza alla nostra fede, forse un po’ spenta e abbagliata dalle luci natalizie che brillano in questo periodo, quasi per soppiantare una Luce abbagliante e vigorosa che proviene dal Signore glorioso che stiamo attendendo. O forse no?

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