Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 22,34-40)
In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: "Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?".
Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti".
Ci siamo trovati a riprendere le attività annuali e con queste anche quelle giovanili. Lo scorso anno, avevamo iniziato un corso di chitarra che aveva radunato alcuni ragazzi, i quali si sono appassionati via via allo strumento. A presto ripartirà.
Molto è dipeso dalla inclinazione naturale di questi ragazzi, la quale, posta a servizio della voglia di imparare, li ha portati a servire.
Con una chitarra (strumento tanto vituperato da alcuni liturgisti) possiamo quindi coinvolgere alcuni ragazzi nel servizio liturgico per tutta l’assemblea.
Può sembrare superfluo il canto durante la celebrazione liturgica, ma se consideriamo la tradizione della Chiesa, ci accorgiamo come invece questo sia sempre stato uno dei momenti più alti, di preghiera e di meditazione.
Tanto che il grande S. Agostino è arrivato ad affermare che “Chi canta prega due volte”. Il fatto poi che questo sia realizzato da un gruppetto di ragazzi, lascia pensare che può essere un modo per avvicinare i giovani all’Eucarestia.
Questa Messa domenicale tanto sospirata e tanto dibattuta, può divenire occasione di accrescere la propria fede.
Il grande problema dei giovani che ‘non vanno più a messa’, potrebbe trovare in questi servizi un valido motivo di coinvolgimento attivo. Non ha alcun senso ‘obbligare’ i ragazzi alla messa quando sono piccoli, magari senza mai vedere nemmeno i loro genitori, sperando che questo serva poi a creare in loro una coscienza basata sulla consuetudine.
Se non riusciamo a creare un interesse spontaneo verso questo momento cosi difficile da sopportare, non avremo alcuna speranza per il futuro.
Certo a qualcuno può bastare la frequenza alla messa fino a che c’è il catechismo, ma poi?
Se la Celebrazione Eucaristica è davvero l’appuntamento settimanale con Dio, allora occorrerà dare a questo incontro un sapore di festa e di bellezza, anche e soprattutto per i giovani.
La musica può essere un veicolo, ma non certo esaustivo, tuttavia non mi sembra sbagliato tentare di seguire questa strada.
In fondo la domanda che persiste in tanti giovani, non è quella dell’esistenza di Dio, ma di quale Dio si tratta.
Il nostro è il Dio della festa, della gioia, della Parola incarnata, e questa può essere offerta alle giovani generazioni anche attraverso un servizio musicale, e se ciò richiede un po’ di fatica e di impegno da parte loro, penso sappiano accettarla.
Partecipare all’Eucarestia con il canto è uno dei modi per pregare insieme, in modo assembleare e comunitario, perché da sempre il canto è stato un mezzo di comunicazione eccellente, e sono sicuro che lo sia anche oggi per i nostri giovani.
Le parole pregate con il canto non diminuiscono il loro valore, ma sono accresciute dall’armonia musicale, che rendono il nostro ‘parlare’ con Dio più piacevole e immediato. Pensare che possiamo affascinare i nostri giovani a questo dialogo, è un invito molto allettante che non possiamo lasciar cadere nel vuoto.
Cosi se sarà possibile, ci abitueremo a sentire qualche chitarra in più a Messa, tenendo presente le giovani mani che la suonano, e il loro cuore.
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