Quaderno di Taizé: Le due facce della Croce

mercoledì 23 settembre 2009

La croce di Cristo, patibolo della vergogna: fallimento della speranza, prova dell’impotenza del bene in questo mondo…

La croce di Cristo, albero di vita: vittoria dell’amore, indice della solidarietà universale…


Bisogna scegliere tra queste due visioni? Oppure possiamo accettarle tutte e due insieme? In questo caso, come articolare la relazione tra loro? Interrogando i dati biblici, questo quaderno vuole evitare sia lo scoglio del dolorismo sia quello dell’angelismo offrendo una visione equilibrata del mistero centrale e fondatore della fede cristiana.
Per molti nostri contemporanei, la croce è il simbolo per eccellenza del cristianesimo. Non è curioso che questo strumento di morte violenta sia giunto a rappresentare l’essenziale di una credenza? Per lunghi secoli, in effetti, si provava una grande ripugnanza a rappresentare Gesù in croce. Per i primi cristiani, il focolare bruciante della loro fede era la buona novella della risurrezione: il grido «È risorto!» esprimeva la loro convinzione di base. Tuttavia, all’annuncio della risurrezione di Gesù fu unito abbastanza presto il richiamo della sua morte violenta…
 

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