Ho trovato nella cassetta dei Segnali di Fumo di S. Giorgio una lettera che qui riporto solo in parte per pubblicarla integralmente sul prossimo giornalino parrocchiale, nella quale viene rivolta una interessante richiesta.
Alcune pause in più durante la celebrazione eucaristica, per poter vivere meglio almeno due momenti di profonda fede e preghiera , come quelli della Liturgia della Parola e della Santa Comunione.
«Sono due momenti specialissimi, e il dover fare sempre tutto di corsa - afferma lo scritto - è come il mangiare in fretta non potendo gustare neppure la bontà del cibo».
E’ proprio vero. La celebrazione in se è densa di significati importanti, ma in particolare questi due momenti, rivestono un carattere di straordinaria valenza religiosa.
L’ascolto della Parola infatti permette di prendere in mano la nostra vita settimanale, e di confrontarla con la Vita che ci viene proposta dalla Parola di Dio.
E’ davvero un incontro sensazionale perché il Signore sta parlando a noi, sta dicendo qualcosa a ciascuno di noi, non a tutti, ma personalmente a ognuno dei presenti. Sicuramente dover partire subito con la Professione di fede non permette di assaporare fino in fondo la bellezza di queste parole.
Per non parlare poi dell’altro momento quello della Comunione, nel quale l’incontro con Cristo è reale e infinitamente fondante per la nostra vita. Da quel momento infatti parte la nostra prossima settimana, da quell’esperienza di prendere Dio, scaturisce la forza per affrontare gli uomini, le vicende, le fatiche di tutti i giorni futuri. Non è solo un atto dovuto quello della Santa Comunione, ma un Dono ineffabile che continuamente ci viene offerto.
Se Cristo, presente in quel pezzo di pane, accetta di venire nella nostra vita, allora bisognerà davvero accoglierlo come si conviene. Come si fa a dimenticarsene cosi in fretta di lì a poco?
Mi chiedo veramente se il Cristo che preghiamo e crediamo, si materializzasse davanti ai nostri occhi, la domenica mattina, avremmo il coraggio di salutarlo dopo avergli parlato e tornarcene alle nostre case come se nulla fosse? Avremmo il coraggio di dirgli che la messa è durata troppo, che è stata noiosa, che non ci ha lasciato nulla?
Ecco quindi che il momento della Comunione riveste in parte questa caratteristica di permanenza del Cristo nella nostra vita concreta, e sarebbe doveroso soffermarci un momento per prendere coscienza di ciò che abbiamo ricevuto. I banchi di sicuro non scottano. La richiesta di questa persona inoltre trova piena legittimità anche nelle rubriche liturgiche che prevedono proprio tali spazi di silenzio e di pausa. Ringraziando questa persona, vedrò di accontentarla nelle prossime domeniche.
d. Oscar
6 commenti:
Vorrei lasciare un suggerimento, anche se non frequento le vostre parrocchie e non ho idea se durante o subito dopo la comunione ci sia l'abitudine di fare un canto. Anche io trovo difficoltà a restare concentrato dopo la comunione, un momento un cui mi è più facile "parlare con Dio". Non sarebbe meglio lasciare un momento di silenzio oppure solo della musica di sottofondo?
Bisognerebbe vivere la messa come qualcosa che ci arricchisce e non come un obbligo.
Se pensiamo alla messa solo come qualcosa che divide la domenica mattina dalla domenica pomeriggio, non ci serve a nulla.
Grazie del suggerimento "Anonimo". Infatti stiamo provando proprio a fare cosi, facendo un canto dopo la comunione e sarebbe bello lasciare solo un sottofondo musicale senza l’onere di dover prendere i foglietti, cercare il numero del canto e mettersi a cantare.
Ma anche la musica va compresa e andando per gradi spero si potrà arrivare a comprendere che quello non è un momento di esibizione o di distensione, ma di meditazione. A qualcuno la musica disturba, ad altri invece aiuta.
Non si tratta certo di accontentare tutti ma di trovare la giusta strada per aiutare la gente a vivere questo momento importantissimo.
Stavamo anche pensando di suggerire qualche preghiera, scritto, meditazione sull’eucarestia, tratte dai Padre della chiesa, da qualche santo, che faciliti proprio il "parlare con Dio". Sembra facile ma soprattutto oggi non tutti sanno che si può dialogare con quel Cristo appena ricevuto.
E’ verissimo Moro. La messa è un appuntamento fondativo della vita cristiana, sinceramente non sappiamo come facciano coloro che la domenica sono talmente occupati a fare altro da non rispondere a questo richiamo. Non certo per un obbligo, ma per un amore che nasce dentro per quel Cristo che affermiamo di seguire. Qualcuno qui da noi ha già commentato questo articolo: “altro che pause dovrebbe essere più corta!”.
Probabilmente siamo ancora abituati a pensare che a Messa si va per obbligo, o per dividere la mattina dal pomeriggio della domenica.
Certo è che se ci trovassimo di fronte questo Cristo in carne e ossa, saremmo talmente affascinati da dimenticarci anche di mangiare, di avere una casa, una famiglia, perché avremmo davanti a noi il Signore del mondo! Purtroppo abbiamo "solo" un pezzo del suo Corpo da mangiare.
Ma per questo ci serve la fede no? E allora credo sarà necessario trovare nuovo tempo, nuove risorse, per invigorire questa fede, per far si che giustifichi anche qualche minuto in più da vivere in chiesa la domenica mattina. E se per qualcuno sarà troppo lunga, pazienza, vorrà dire che andrà in giro a cercare le messe più corte.
Credo che l'appuntamento della messa domenicale sia molto importante, ma alle volte non ho voglia di andare a messa...
Meglio andare sempre a messa, ma svogliati o andare solo quando si ha voglia riuscendo a seguirla meglio?
Carissima Giò, la tua affermazione è comune a tante altre persone, che si trovano 'svogliate' davanti all'andare a messa.
È già una cosa bella sentir dire queste cose con una simile sincerità, perchè spesso invece si sentono una marea di scuse, di giustificazioni poco pertinenti che sanno proprio di finto.
Poi a me piace sempre fare un esempio circa il motivo per andare a messa.
Se tu avessi un appuntamento con una persona speciale, alla quale vuoi bene, che ti ama infinitamente, e che ti dà appuntamento per esempio la domenica, lo faresti attendere? Quand'anche ti assalisse la poca voglia, eviteresti di andarci?
Con Cristo è proprio cosi! Lui ti attende per parlarti personalmente, per farti conoscere il suo pensiero, per darti la sua luce (nell'ascolto della sua Parola), vuole sentire ciò che tu hai da dirgli e ascoltare le tue esigenze (nella preghiera dei fedeli), vuole accogliere i doni che hai portato con te quella mattina (nell'offertorio), e, cosa più importante, vuole donarti qualcosa di incredibilmente grande e meraviglioso: il suo Santissimo Corpo.
In quel momento siamo davvero davanti a Lui, cosi come siamo, semplici, miseri, sconfitti, felici, entusiasti, tristi, ma per Lui sempre Le persone più importanti, Uniche! Il Cristo si offre ancora una volta per noi, si dona gratis, senza riserve. Se non ci fosse nessuno, a chi potrebbe dare simili doni?
E da quell'incontro poi scaturisce tutta la nostra settimana, con le nostre paure, le conquiste, i sogni, i progetti, che però abbiamo potuto mettere nelle mani 'sicure' del Padre in quell'incontro domenicale.
Se pensiamo alla Messa cosi, forse anche quando non abbiamo voglia, possiamo andarci ugualmente, perchè a quel punto non sarà più questione di voglia ma di necessità.
Ti auguro davvero di poter scoprire tale bellezza, perchè la tua vita sia sempre più un canto di ringraziamento al Padre per la sua sconfinata tenerezza verso ogni creatura.
d. Oscar
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